Lo studio, il lavoro, la squadra... a pranzo un panino e adesso...non ci vedo più dalla fame!!

21 luglio 2009

Come gestire un calo di popolarità

Insomma, prima o poi capita. Anzi prima o poi deve capitare. E la bravura sta nel superarlo.
Trovare nuove idee, gestire le critiche, non buttarsi giù se il feedback tarda ad arrivare.

La prima cosa da fare è cercare nuovi argomenti, nuovi spunti di riflessione, preferibilmente inediti, quindi niente storie di maschi, figure barbine, riflessioni che includono tra i termini di paragone il cibo (o all'opposto la cacca). Mmmhhh...Vabbè.

Poi c'è la questione delle critiche.
Troppo seriosa, troppo introspettiva, taglio troppo adulto, non più cazzone, per usare le precise parole, condito infine con un "troppo remissiva", che con il blog non c'entra niente però dato che gran parte delle costruttivissime critiche sono giunte dalla stessa persona, per completezza ho aggiunto anche questa.
Questo è il punto più difficile da affrontare nella gestione di un calo di popolarità, e forse anche quello più importante per il ristabilimento dello status quo. Indi per cui, dato l'eccessivo livello di seriosità, introspezione, adultezza e -soprattutto- remissività, la soluzione più adatta è urlare un sonoro e ben scandito va a caghèr...

A questo punto, quel che è fatto è fatto, e come un buon contadino, bisogna aspettare i frutti di quel che si è seminato. E se il feedback dovesse non essere all'altezza delle aspettative, vorrebbe dire che mi troverei a gestire una vera e propria crisi, e forse sarei costretta a rivolgermi a quel pazzo che un giorno mi chiamò "occhiali verdi", ché le crisi le gestisce per lavoro ('annamo bbene...).
Ehhhh, quant'è vvvero che si raccoglie quel che si semina...

28 giugno 2009

Episodio

PREMESSA:
In un momento di sconforto, cercando di ricordare la password di un file zippato ('annaggia la miseria), vagando per ogni documento del pc, nella speranza che mi giungesse l'illuminazione, mi sono trovata sullo schermo quest'avventura di qualche tempo fa - una delle mie proprio - che mi ero dimenticata di aver scritto. Ecco che si intuisce come le password non siano che la punta di un preoccupante iceberg...

Da quando anch'io sono passata dall'altra parte della barricata, e lavoro nella grande distribuzione, scoprendone ogni giorno gioie e dolori, il primo sabato pomeriggio libero dopo settimane di sorrisi super tirati e indicazioni su dove sono le cabine prova e il bagno (sono le due domande più ricorrenti, incredibile ma vero...), tutto vorrei fare meno che andare a fare la spesa.

Ma l'allineamento delle stelle, i fili del destino, le forze della natura al gran completo, hanno invece deciso senza consultarmi che 'ste due ore le devo proprio passare dentro un affollato ipermercato, con la musica da ascensore, i vassoi di assaggini di salume pregiato (quante mani avranno toccato lo stesso pezzo di prosciutto?!? disgustorama) e le offerte speciali di assorbenti.

E proprio sugli assorbenti viene il bello.
Dunque, il reparto "igiene personale" lo si incontra subito, appena passati i giochi di Barbie, nel mio ipermercato di fiducia, e mio padre, colui il quale da anni mi accompagna in questa avventura di approvvigionamento familiare, mentre cammina a passo spedito verso il reparto "latticini" mi dice: "vai a prenderli tu gli affari????"

Ora, la situazione in cui si trova mio padre è a dir poco critica: vive con tre donne, quindi clamorosamente in svantaggio, e per anni li ha comprati lui gli assorbenti, senza però chiamarli mai con il loro nome...cosa non si fa per il quieto vivere...

Dato che papino non mi lascia il tempo di rispondere, mi avvio verso il settore, maledicendomi per non avergli scippato almeno il carrello, dato che anch'io mi imbarazzo a comprarli, gli assorbenti.
Arrivo all'espositore e mi carico di bustine viola, dato che c'è l'offerta speciale, e carica come un portapacchi in estate, mi metto sulle orme di mio padre e del carrello, in modo da potermi liberare della scomoda zavorra al più presto.

Giro l'angolo che mi conduce alla scorciatoia per il reparto latticini, ma vengo fermata da una visione.

Manco a dirlo è un giocatore di basket, precisamente questo giocatore di basket.

La scena quindi è la seguente(e per cortesia ognuno ora si concentri sui dettagli): io, sotto una montagna di assorbenti probabilmente struccata e spettinata, che mi blocco in mezzo a una corsia di un ipermercato di sabato pomeriggio, apparentemente senza motivo con la testa rivolta al cielo, il viso coperto dai pacchi di assorbenti. S-c-e-n-a M-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a.

Ora, apro parentesi per qualche appunto sul giocatore di basket in questione:

1- non credo sia legale che dati i 15 centimetri buoni rispetto al resto della popolazione dell'ipermercato, tu abbia addosso anche una felpa a righe fucsia, magenta e bianche, colori che tra l'altro, a un biondo stanno malissimo, 'acci tua;

2- certo che fare la spesa di sabato, alle 6 di pomeriggio, con la tua fidanzata (uguale a lui ma con caratteri femminili...anche troppo, uffa) è proprio da persona -moralmente- bassa. Vacci di martedì sera, verso la chiusura, che c'è meno gente e più roba...

3- cosa più importante: per quale motivo ti ho chiesto l'amicizia su Facebook e tu mi hai sfanculato in un nanosecondo?!?!? Tra l'altro abbiam fior fiore di amici (amiche) in comune, e so per certo che una buona parte non ti conosce personalmente!

T'è andata bene, mio caro giocatore di basket, che avevo le mani piene di assorbenti, sennò sai che quarant'otto mettevo su...

Comunque la password continuo a non ricordarmela, cazzarola...

14 giugno 2009

Il Giovedì

Odio il Giovedì.
Non si capisce se fa già parte del week end, oppure è necessario viverlo ancora concentrati negli impegni settimanali. Inoltre ho riminescenze liceali che lo inquadrano come quel giorno con "tre ore di latino e l'ultima di filosofia" insomma, una di quelle belle giornatine sfiancanti, in cui devi spremere il cervello fino all'ultimo minuto. Ora poi è il giorno dei ricevimenti dei prof, o del turno di 6 ore a lavorare. E non c'è neanche qualcosa di bello da vedere in tv, cazzarola.

L'unico modo per cambiare idea sarebbe quello di viverne uno veramente pazzesco, pieno di emozioni, di quelli che ti svegli tesa per tutti gli impegni che ti aspettano, e vai a dormire esausta ma con un sorriso a 32 denti.
Un caso del genere potrebbe essere - in via ipotetica - un Giovedì di inizio giugno, giorno di un appello universitario importante, durante il quale, dopo aver massacrato 20 inermi studenti, la Prof esca dal suo studio e dica "ragazzi, è tardi, è l'ultimo appello prima dell'estate e io sono stanca. Quindi facciamo che vi verbalizzo il voto che avete preso allo scritto senza interrogarvi", e nello scritto in questione tu abbia preso 30 e lode. Tutto ciò sempre in via ipotetica.

Proseguendo, dovrebbe anche verificarsi per una curiosa congiunzione astrale, che l'uomo, il mito, la leggenda (dall'omonimo gruppo su facebook), sia in città per giocare una partita di beneficenza, e che allo stesso tempo tu abbia la possibilità di assistere alla stessa da bordo campo, potendo così essere a non più di 5-6 metri dalla tua maggiore ossessione degli ultimi 12-13 anni. A 5 o 6 metri da lui, e da altri idoli di lungo corso, ovviamente.

Ecco, solo se si verificassero tutta questa serie di avvenimenti, in quest'ordine, potrei cambiare idea.
Che dicevo all'inizio?!?!
Ah, amo il giovedì...

07 giugno 2009

17 again...

La questione è semplice.
Sto vivendo un momento che ho sempre sognato di vivere a 17 anni.
Solo che ora ne ho 22 e di quel momento non me ne importa più molto. No, non è vero, me ne importa ancora, ma il lavorare per vivere altri momenti l'hanno scalzato dalla top 5.

Quindi che devo fare?!

Vivere la situazione perché finalmente mi ci sono trovata dentro, o tirarmi indietro, ché sono cose che non fanno più per me, ché mi devo concentrare su altro, ché il gioco non vale più la candela?!?

Per fortuna che non sono più un'adolescente confusa...

01 giugno 2009

6 mesi

Dunque, sono 6 mesi.
6 mesi fa sembravo praticamente in una sorta di fase pessimismo leopardiano.
Ora invece, come nelle migliori pubblicità prima-dopo, sono anfetaminica praticamente tutti i giorni.
6 mesi fa il mio amato basket ancora non amava me, ora invece diciamo che quando gioco sono il ritratto della felicità, l'unica cretina che corre sorridendo, ché alla prima pallonata gli incisivi sono i primi a saltare.
6 mesi fa, non avevo idea che esistesse un supereroe che combatte a suon di pere, kiwi, susine l'obesità infantile in Europa. Ora lo conosco talmente bene da averne la nausea.
6 mesi fa vivevo per il mio pet (...). Ora in pratica l'ho abbandonato, alla soglia dei centomila punti.
Ma soprattutto 6 mesi fa avevo rancori e rimpianti che ora non trovo più importanti, nemmeno un po'.
Inoltre 6 mesi fa non sentivo neanche l'esigenza di "smussare certi angoli del mio carattere", espressione che mi ha accompagnato per tutta l'adolescenza, che ho sempre odiato, ma che rende bene l'idea di dove partire per migliorare i miei difetti.

Chiariamo, non è che all'improvviso sono diventata Lucy Camden, figlia dell'omonimo reverendo: più si avvicinano le date importanti, più di studiare non ho voglia mezza; continuo a sbavare come una lumaca, soprattutto adesso che il venerdì sera lo passo a giocare con venti (e dico venti!) baldi cestisti...
Però volevo celebrare questi 6 mesi.
Belli.
:)

10 maggio 2009

Ordine

Finalmente.
Finalmente ho trovato pace. Gli ultimi giorni sono stati pesanti, ma ne valeva la pena.
Cambiare i mobili in camera da letto sembra una sciocchezza, una cosa superflua a meno che la stabilità degli stessi non diventi ogni giorno meno certa. Appunto.
Però farlo non è semplice come dirlo.
bisogna avere a disposizione tempo, manualità e forza fisica, disponibilità a impolverarsi fino ai capelli, pazienza per contrattare il momento di usare il martello e ordine nella testa, per poter arrivare lucide alla fine della giornata.
E per fortuna è andata.
La cosa strana è che, una volta finito di sistemare, esausta mi sono seduta sul letto, osservando i cambiamenti e riflettendo su quante metafore sono tese tra l'adeguare il posto dove si vive e l'adeguarsi alla vita...wow...
E anche il blog di conseguenza ha trovato pace. Per ora.
Anche se una parte di me continua a pensare che sto cercando ogni più assurda scusa per non incominciare a studiare.
Ma è la parte vecchia dentro.

14 aprile 2009

Occhiali Verdi e il Creatino

Un pigro pomeriggio di marzo, in una stanza piena di gente con le idee chiare, un Creatino (nel senso di Creativo + Cretino), mi apostrofò chiedendomi:
"ehi tu, Occhiali Verdi, chi sei? cosa vuoi fare nella vita?"
E io, che nella maggior parte dei casi rispondo sinceramente alle domande, ero intenzionata a dirglielo al Creatino, chi ero e cosa volevo fare nella vita, peccato che, come nella migliore delle performance liceali, il mio cervello non desse segni di vita. Anzi, ne dava, ma non mi erano di grande aiuto per rispondere a una domanda così diretta; era tutto un vorticare di ulteriori domande tipo: Voglio continuare a studiare? Voglio andare al più presto a lavorare nel campo che ho scelto? Sono una donna? Sono un essere a metà tra l'adolescenza e l'età adulta? Voglio semplicemente andare a dormire?
E' chiaro quindi che la risposta che diedi al Creatino non lo convinse proprio per niente, e così perse interesse per me e prese a interrogare chi aveva idee più chiare, in quella stanza, quel pigro pomeriggio di marzo.

Da quel giorno, mi è iniziata a frullare per la mente l'idea di un nuovo blog, non troppo diverso da quello precedente, in fondo, ma magari più cosciente di se stesso, almeno lui.
E' che in questi mesi ho corso, con la mente - ovvio -, ma anche nella realtà quotidiana, e quando giorni fa ho comprato il computer, quello che tra 20 anni ricorderò come il mio primo computer, ho pensato che forse era davvero il momento di fare qualcosa di nuovo, di celebrare il passaggio da un'adolescenza sui generis, al principio di un'età adulta in cui comunque mi sento a disagio, cerebralemente moolto più vecchia di un essere umano di anni 22.

Mi dispiace solo di non essere riuscita a progettare un blog superfico, a programmarmelo io, superpersonalizzato...
Ma una cosa che ho imparato è che i progetti, i sogni e i desideri si avverano in modi quanto meno inaspettati. Ma si avverano.
(soccia che chiusura ad effetto!)